Pancia? perchè è importante saperla riconoscere
Quante volte capita di vedere, su uomini e donne indistintamente, una franca prominenza dell’addome, volgarmente detto pancia o “pancetta“.
Di diversa consistenza, volume e struttura, la pancia è un indicatore molto importante dello stato di salute; viene considerata addirittura un segno clinico per diverse patologie. L’obesità addominale, soprattutto di tipo viscerale, è uno dei maggiori fattori di rischio per patologie metaboliche (ipertensione arteriosa primaria, iperglicemia e diabete mellito tipo 2, ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, iperuricemia e gotta ecc), aterosclerosi e coronaropatie, ischemie cardiache e cerebrali, invalidità permanente e morte.
Ogni tipo di “pancia in fuori” può avere fattori eziologici differenti. D’altro canto, la sola forma e consistenza addominale non sono da considerarsi elementi diagnostici specifici – se non per il sovrappeso – ma piuttosto indizi utili in un ben più complesso metodo di ricerca della patologia.
Il trattamento di qualsiasi tipo di pancia grossa è di tipo nutrizionale (ipocalorica) e motorio-comportamentale (corregge sia le cattive abitudini, come l’abuso delle automatizzazioni che porta alla sedentarietà, e impone un adeguato protocollo di allenamento). Alcuni rari casi – gravi o con eziologia diversa dall’accumulo adiposo – possono richiedere la chirurgia e/o l’uso di farmaci.
Di seguito analizzeremo più da vicino le varie peculiarità e le probabili cause, creando le basi conoscitive per la lettura di articoli successivi su come ridurla o addirittura eliminarla.

Che pancia sei?
L’accumulo di grasso addominale, sia sottocutaneo o del pannicolo, sia viscerale o peritoneale, è una caratteristica tipica del biotipo androide.
Iniziamo quindi ad identificare i diversi tipi di accumulo adiposo viscerale nei vari biotipi androidi (a mela).
Pancia pre-diabetica o tipo A
La pancia pre-diabetica o tipo A si presenta con un consistente apporto di grasso addominale, perlopiù flaccido e voluminoso.
Spesso, dopo un’accurata valutazione da parte del medico attraverso le analisi ematologiche specifiche – glicemia, insulinemia, emoglobina glicata, cortisolo, testosterone, proteina C reattiva, trigliceridemia ecc – viene diagnosticata una condizione di alterata glicemia a digiuno e/o insulino-resistenza.
Ci troviamo quindi di fronte ad un accumulo di grasso da “iperinsulinismo” che, se concomitante ad elevati livelli sierici di cortisolo, può aggravarsi ulteriormente. Tale evenienza, abbassando di riflesso i livelli di testosterone libero circolante, aumenterebbe ulteriormente la predisposizione all’accumulo del tessuto adiposo, riducendo al contempo quella magra.
L’alimentazione e l’allenamento vanno quindi personalizzati in stretta collaborazione tra medico e personal trainer, in modo da dimagrire e rieducare l’organismo alla sensibilità insulinica – due fattori peraltro strettamente correlati tra loro.
Pancia epato-digestiva o tipo B
La pancia epato-digestiva si presenta sporgente, dilatata, con presenza di grasso compatto e meno flaccido del precedente.
È una caratteristica tipica di chi è affetto da problemi epatici. Risulta pertanto fondamentale conoscere le abitudini alimentari del soggetto – ad esempio l’abuso di bevande alcoliche – e verificare la salute del fegato attraverso appositi esami – ecografia epatica, transaminasi, fosfatasi alcalina, gamma GT, bilirubina ecc.
Non è una situazione di facile gestione poiché, inizialmente, un eventuale sovraffaticamento dell’organismo risulta controindicato – soprattutto nel resistance training (soprattutto con i pesi) – perché potrebbe avere effetti negativi anche sull’equilibrio epatico. Si consigliano quindi un’attività aerobica del maggior carico tollerabile, esercizi di callisthenics leggero – non trazioni alla sbarra, dips ecc – di stretching e di respirazione. L’allenamento intenso con i pesi, da inserire solo dopo un reale miglioramento del quadro clinico, dev’essere comunque inizialmente leggero.
Attenzione! È altamente sconsigliata la manovra di Valsalva durante l’esecuzione, che aumenterebbe la pressione intraddominale.
Pancia metabolica o tipo C

Presenta un’evidente flaccidità del grasso, tipica di colui che si alimenta in modo scorretto.
Solitamente non ci sono alterazioni degli indicatori ematici riconducibili a condizioni di sofferenza epatica o di resistenza insulinica, né tanto meno alterazioni dei profili ormonali. Si possono osservare occasionali situazioni di ipercolesterolemia.
Non è necessario alcun particolare accorgimento nell’allenamento, se non quello di evitare che il sovrappeso stressi eccessivamente le articolazioni – ad esempio schiena, anca, ginocchio e caviglia nella corsa. Gli workout possono essere di vario genere, sia per ciò che concerne gli esercizi, sia per quanto riguarda la metodologia, indirizzato sia al dimagrimento che al rinforzo muscolare.
Ovviamente, il regime alimentare dev’essere congruo al processo di ricomposizione corporea.
Pancia colica o tipo D
Presenta un addome teso e voluminoso; più che una “pancetta adiposa” è conseguenza di condizioni particolari come la tensione addominale dovuta all’accumulo di gas nello stomaco o nell’intestino – meteorismo e/o gonfiore addominale.
Questa particolare sintomatologia è tipica degli individui affetti da disagi o disturbi a carico dell’apparato gastro–intestinale, come ad esempio l’atteggiamento di aerofagia, la “sindrome del colon irritabile” e di tutte le patologie croniche, ad eziologia anatomo-funzionale o infiammatoria-autoimmune dell’intestino – diverticolite, retto-colite ulcerosa, morbo di Crohn ecc. È inoltre associata alla malattia celiaca e ai sintomi acuti dell’intolleranza al lattosio.
Anche in questo caso, per parlare di “addome colico” è necessaria una diagnosi che preveda indagini specifiche per stabilirne l’effettiva flogosi – indici ematici di flogosi ed eventuali esami endoscopici o bioptici – e/o delle suddette intolleranze.
Non ci sono indicazioni precise sul tipo di allenamento, me è bene ricordare che questo è necessario al miglioramento della sintomatologia nel caso di un gonfiore ad eziologia emotiva-comportamentale; possono essere molto utili leggeri dosaggi di ansiolitici e correzioni nel modo di alimentarsi. Si consiglia anche di integrare l’allenamento con degli esercizi di respirazione diaframmatica, come il pranayama, e con tecniche di rilassamento autogeno o indotto. L’inquadramento alimentare è molto importante nel mantenere regime privo di quegli alimenti che possono generare accumulo di gas enterici.
Pancia post-menopausale
È tipica delle donne che, ormai da qualche anno, non sono più fertili e mostrano un eccesso del peso corporeo.
Questa è dovuta al cambiamento dell’equilibrio ormonale, che vede ridursi progressivamente i livelli di estrogeni ed aumentare invece proporzionalmente quelli di testosterone. Ciò impone una diversa distribuzione del grasso, che fa virare dalla conformazione ginoide (a pera) ad una androide (a mela) – si può osservare anche un aumento della peluria generale.
La pancia post-menopausale non è da sottovalutare. Questo perché, se prima gli estrogeni svolgevano un ruolo protettivo dal punto di vista metabolico e cardio-vascolare, in menopausa la situazione tende a “ribaltarsi“. La mancanza di questa tutela riduce l’aspettativa di vita delle donne in menopausa che, tendenzialmente, si ammalano di più a livello metabolico e, di conseguenza, hanno un maggior rischio cardiovascolare (soprattutto di aterosclerosi).
In menopausa più che mai, le donne devono cercare di mantenere il normopeso e una circonferenza addominale nei limiti di sicurezza. Si dovranno tenere monitorati parametri quali: pressione arteriosa, glicemia, trigliceridemia, colesterolemia, livelle dei parametri dell’infiammazione sistemica ecc.
In caso di sovrappeso, la dieta dovrà risultare nettamente ipocalorica fino al raggiungimento dell’obbiettivo di normalità; nel caso si associassero alterata glicemia, lipemia ecc, potrebbero rendersi necessari leggeri aggiustamenti dei macronutrienti. È inoltre necessario che l’allenamento sia di tipo misto: volto ad aumentare il consumo energetico e l’efficienza metabolica, nonché la funzionalità cardio-vascolare e respiratoria da un lato, e ad incrementare la forza, la massa muscolare, le capacità di coordinazione ed equilibrio, e quindi la funzionalità complessiva dell’apparato locomotore.